domenica 18 novembre 2012

Una notte, per caso

Sabato notte di un autunno travestito da inverno. Sabato di pioggia e di pigrizia. Il giorno perfetto per dare peso al tempo, per assaporare un momento a tre. In cui ognuno fa qualcosa di diverso, ma sotto lo stesso tetto, insieme. 

Lui che sonnecchia beato.

Io che provo per la prima volta alle 2 di notte a fare i macarons (bello potersi nuovamente misurare con una ricetta complessa dopo la nascita di Vittorio. Magari la prossima volta scelgo un orario normale).

Il nano che scopre le manine. Il nano proprio oggi, nel giro di poche ore, scopre le sue paffute, frenetiche, meravigliose manine. Sdraiato sul lettone, le guarda come se fossero l'unica cosa che importa al mondo, in silenzio, le muove e le studia con l'attenzione di un adulto. E io mi sento così indifesa davanti a lui, all'amore immenso che provo, alla pace che mi dà osservare le sue conquiste. Basta un momento così breve e semplice per regalare un senso profondo a tutto.

Una giornata pura, fatta di niente ma piena di belle cose. Tirare fuori dall'armadio quel maglione gigante di lana che non vedi l'ora che finisca l'estate per indossarlo di nuovo. Il cappuccino gigante con un cuore sottile disegnato sulla schiuma, che ormai fanno a tutti ma che ti fa sentire tanto "a casa".

Pensare che domani anzi oggi è domenica e vedi gli amici di sempre e farai scorrere via con loro le ultime ore di una settimana importante.  Il pensiero falsissimo che "tanto da lunedì dieta", e che quindi il menù del brunch sarà da ciccioni e che va bene, benissimo così. 








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