mercoledì 6 febbraio 2013

Un sospiro di sollievo

I miei lettori assidui (ciao mamma, ciao papà), ricorderanno il post in cui parlo del centro vaccinazioni e di quel luogo temibile che è la sua sala d'attesa.

Intanto un piccolo inciso, a fruizione delle neomamme che abitano nel XVI municipio di Roma: le infermiere del centro di via Ozanam sono me-ra-vi-glio-se. Gentili. Brave. Simpatiche. Dolci. Non ti fanno sentire una mamma pirla se vedono l'occhio vitreo e il colorito sulla tua faccia volgere al verde sottobosco quando si avvicina il momento della puntura per tuo figlio.

Un altro piccolo inciso, a fruizione del mio ego sconfinato: Telefono Casa è un duro. Cioè, un mezzo duro. Diciamo che comincia duro e finisce come tutti gli uomini, un pappamolle. Quando lo porto a fare il vaccino fa sempre la stessa cosa: dopo l'attesa entra nella stanza del dottore e dispensa sorrisi, sorrisetti e gridolini di giubilo alle signore che lo stanno per bucherellare. Lo mettono sul lettino e gli tirano giù i pantaloni. Lì ride ancora di più, manco fosse un pornoattore. L'infermiera bionda mi chiede di reggergli entrambe le braccia e quando lo faccio mi guarda come dire "guarda madre che ho capito, mica so' stupido io". Sgrana l'occhione blu come una cernia di profondità e si lascia bucare silenzioso, inarca appena la bocca, si irrigidisce, ma non emette nemmeno l'ombra di un vagito.
E allora vai con i complimenti. Masignoramiamaquantoèbravo/masignoramiacheomettoforte. è un fatto: lui ci sguazza, nei complimenti. Si gongola, proprio. Regala pure un ultimo sorriso alle "sue" donne, che gli mettono il cerottino e gli tirano su i pantaloni.
Torni in sala d'attesa con la faccia di chi vince il Grammy, vuoi l'applauso. Tronfia. Tuo figlio è tutto d'un pezzo, ti dici. Ma è una favola che ogni santa volta dura il tempo di tornare a casa, quando cede al peso della tensione e ti si sbrodola addosso in un mare di lacrime e disperazione e pessimo umore.
Ormai lo so, dopo quattro punture*. Conosco il mio pollo.

Comunque, dicevo. Chi segue i miei post sa che la sala d'attesa del centro vaccinazioni è un luogo che mi genera ansia, più del fatto di vaccinarlo in sé. Perché lo metto a paragone degli altri bimbi e capita di uscirne con le ossa rotte. Quel famoso volante di plastica mi ha ossessionata. "Perché non lo gira, come faceva la bimbagigi figlia della tizia che sembrava tornata dalla caccia alla volpe? Perché lo riempie di mazzate? Figlio mio, perché?"
Ho anche barato, lo ammetto: nei giorni successivi sono andata a caccia di un volante di plastica nei negozi di giocattoli, così al prossimo buco nel sedere lui sarebbe arrivato allenato. Niente, non l'ho trovato.
Così quando siamo entrati nella sala d'attesa l'altro giorno mi sono guardata intorno sperando che non ci fosse più. Che l'avessero distrutto, incendiato, sbatacchiato, reso inerme. Invece era lì che ci aspettava, rosso e verde, spento, ma pronto a umiliarci di nuovo.

Giusto un veloce passaggio radente e Telefono Casa ha allungato il braccio per una nuova leggera mazzata. A distanza di un mese, niente di nuovo.

Caso ha voluto che nella sala ci fosse anche Diego Gabriel, bimbo con splendidi occhi azzurri e camminata parecchio incerta. Undici mesi, il doppio esatto di Telefono Casa. Quando si è avvicinato al volante maledetto mi si è gelato il sangue nelle vene. Ha guardato l'oggetto, l'ha studiato. Si è girato verso la mamma, come se cercasse consenso. E poi... Ha riempito quel volante di mazzate. Ma tante, tante, tantissime mazzate. Con la forza di mio figlio elevata alla seconda.

La madre di Diego Gabriel si sarà chiesta come mai, ancora prima che quell'altro bimbo ciccione facesse l'iniezione, la sua mamma tirava un enorme e liberatorio sospiro di sollievo.


*Vittorio ha fatto quattro punture perché sono stata male informata dal pediatra, quell'odioso. Non mi aveva detto di fare subito e contestualmente l'esavalente e lo pneumococco. Così quest'ultimo ho dovuto posticiparlo di un mese. Due punture distinte. Al richiamo altre due punture, distanziate di 30 giorni come la prima volta. Prima di vaccinare i vostri figli informatevi a dovere, che con queste cose non si scherza.

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