giovedì 6 giugno 2013

Tu, mamma come me.

Tu, mamma a cui hanno portato via tuo figlio.

Tu, che hai provato a toglierlo dalla strada della droga e non ci sei riuscita.

Tu che l'hai visto scomparire dietro alle guardie penitenziarie in quell'aula di tribunale per la convalida del suo arresto. E non sapevi che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui lo vedevi vivo.

Tu, mamma che non sapevi come stesse tuo figlio dentro quella struttura protetta dell'ospedale, perché non te lo facevano vedere. Perché "non eri autorizzata". Perché tuo figlio in quelle ore si stava avviando alla morte.

Tu, che per tre anni hai lottato per conoscere la verità. Per sapere chi ha ridotto il tuo ragazzo di 32 anni in quelle condizioni. Per dare un padrone alla mano che te lo ha portato via.

Tu che in udienza, silenziosa, composta, hai guardato con la coda dell'occhio le foto di tuo figlio massacrato. Che hai sentito chiamarlo "tossico, scarto della società, drogato di merda", parole che te l'hanno ucciso due volte.

Tu, che hai ascoltato quella sentenza sempre in silenzio. Quella sentenza che non ti dà un colpevole. Quella sentenza che lo ha ucciso una terza volta, come dici tu.

Tu, Rita Cucchi, che sei una mamma come me. Hai un cuore grande che merita un po' di pace, se mai ne avrà. Solo un po' di pace.

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